Geografia dell’ambiente

Obiettivi del gruppo

Le questioni ambientali occupano una posizione centrale nel discorso pubblico e nel dibattito scientifico, contribuendo a ridefinire l’agenda di diverse discipline e aprendo nuovi spazi di elaborazione e di analisi. I cambiamenti climatici, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, la perdita di biodiversità, la gestione dei rifiuti, la deforestazione rappresentano solo alcune delle sfide cui il nostro tempo ci espone, riportando all’attenzione i decisivi rapporti fra la dimensione ambientale e quella sociale, politica, economica ed etica.

La geografia, nella sua duplice vocazione umana e fisica, offre un punto di osservazione privilegiato per analizzare criticamente i processi di trasformazione ambientale e le complesse interazioni che questi hanno con i sistemi socio-economici.

È a partire da questi presupposti teorici che il gruppo di lavoro AGeI “Geografia dell’Ambiente” si propone di promuovere lo studio delle tematiche ambientali e di creare momenti di discussione e dibattito tanto all’interno della comunità accademica quanto nella sfera pubblica e, in particolare, nell’interazione fra ricercatori, attivisti e policy-makers. Obiettivo del gruppo è di far convergere percorsi di ricerca già esistenti nella geografia italiana e a partire da questi aprire uno spazio di confronto e di progettualità comune. Di seguito un elenco non esaustivo delle tematiche e prospettive di ricerca su cui si potranno strutturare le attività promosse dal gruppo di lavoro GeA:

  • Cambiamenti climatici
  • Biodiversità
  • Rifiuti
  • Aria
  • Acqua
  • Consumo del suolo
  • Sostenibilità
  • Mobilità
  • Energia
  • Giustizia ambientale
  • Ecologia politica
  • Politica dell’ambiente
  • Governance ambientale
  • Geopolitica delle risorse naturali
  • Vulnerabilità ambientale
  • Conflitti ambientali
  • Trattati internazionali ambientali

Principali eventi di interesse del gruppo

Numero Speciale Geotema “Un atlante delle politiche ambientali(a cura di Marco Grasso, Eleonora Guadagno, Arturo Gallia)

Nell’ambito degli studi di geografia dell’ambiente e del rischio, soprattutto in considerazione degli aspetti di vulnerabilità socio-ambientale del nostro paese, manca uno strumento che metta in evidenza i risvolti territoriali delle politiche che – a diversa scala – mirano alla mitigazione del degrado ambientale, anche esacerbato dagli impatti negativi della crisi climatica in atto.Se, in effetti, appare complicato disporre di studi locali che considerino le conseguenze dei cambiamenti che globalmente stanno investendo il pianeta, è pur vero che il degrado conseguente a un utilizzo scellerato delle risorse – associato a un territorio già di per sé esposto ai rischi naturali e a sacche di popolazione estremamente vulnerabili socio-economicamente – rende urgente un’analisi organica degli strumenti per la riduzione di tale degrado ambientale.A questo proposito, al di là di una possibile ricognizione, per così dire, inventariale, sarebbe interessante immaginare un atlante che consideri gli ambiti (sia tematici che territoriali) degli strumenti per contrastare il degrado ambientale.

In vista di una ricognizione delle politiche e degli strumenti normativi finalizzati a questo obiettivo, quello che si propone, allora, è un atlante che metta in luce le diverse realtà presenti nel nostro Paese alle diverse scale di governo e in considerazione delle diverse declinazioni del degrado socio-ambientale presente nei sistemi territoriali al di là delle emergenze, anche attraverso la realizzazione di prodotti cartografici tematici.

Prima di redigere un atlante vero e proprio, potrebbe essere condotto uno studio preliminare nell’ambito di un numero monografico di Geotema dedicato al tema delle politiche (alle diverse scale e in considerazione di diversi ambiti tematici) per il contrasto del degrado ambientale che ne evidenzi gli aspetti normativi, territoriali, ma anche diacronici che rendono tale questione un’urgenza scientifica e socio-economica, una sorta di rassegna che faccia emergere l’eterogeneità delle politiche adottate, lo scarto tra programmi e azioni sul territorio, nonché della diversa scala di intervento.

Gli articoli di questo numero monografico, raccolti mediante call aperta oppure tramite invito, potrebbero focalizzarsi o a scala regionale o, viceversa, potrebbero essere presi in considerazione ambiti territoriali – anche in una lettura geo-storica – che travalichino gli aspetti amministrativi e il cui raggruppamento potrebbe fare riferimento ad aspetti di “omogeneità” geografica? orografica? es: Appennino meridionale, piana Padana, Prealpi, etc.

Ciascun contributo, potrebbe concentrarsi, per esempio, sulla ricognizione diacronica o contestuale degli strumenti attuativi che regolano e degli enti impegnati nella lotta al degrado ambientale nel contesto generale delle “politiche ambientali”, oppure sul contrasto a un “singolo” rischio: idrogeologico, sismico, vulcanico (anche se forse risulterebbe più difficile trovare un tema che abbracci tutte le aree).

Oppure, i contributi potrebbero focalizzarsi sull’analisi di un singolo tema (collegato agli impatti antropici e alla fragilità socio-territoriale soggiacente), considerandone gli aspetti che travalicano i confini amministrativi, es: le coste, le aree montane, lo scioglimento dei ghiacciai, l’inquinamento delle falde, le aree insulari, i vulcani, lo spopolamento delle aree interne, siccità, perdita della biodiversità ecc.

Dal punto di vista della multidisciplinarità, i contributi del numero speciale, prima, e l’atlante, poi, si pongono come un crocevia tra le diverse discipline che analizzano gli aspetti ambientali e le politiche territoriali in cui la geografia (superando anche la discrasia di partizionamento tra i settori che la compongono) si pone come la prospettiva analitica necessaria, come testimoniato dal recente finanziamento di progetti di interesse nazionale[1], dai numerosi seminari sul tema[2] e dalle dichiarazione di intenti del presidente dell’Agei sui rapporti con la geografia fisica in generale, ad esempio con Aigeo e Sigea.

L’identificazione delle politiche per contrastare il degrado ambientale già presenti nei territori crediamo debba essere uno strumento necessario non soltanto dal punto di vista scientifico, ma anche per favorire la disseminazione e per permettere un più adeguato utilizzo delle risorse.

[1] Un esempio su tutti, il Prin “Mitigazione del rischio ambientale: fonti geostoriche e governance territoriale (2015KT7HSJ)”, coordinato dal Prof. Claudio Cerreti.

[2] Ad esempio, il Seminario di studi storico-geografici “Dalla mappa al GIS” ha trattato il tema in numerose edizioni dei suoi incontri, tra cui quello del 2019 sul tema “Territorio: rischio/risorsa”.

Bibliografia di riferimento

Benetti, S., Langemeyer, J. (2021). Ecosystem services and justice of protected areas: the case of Circeo National Park, Italy. Ecosystems and People, 17(1), 411-431.

Certomà, C., Martellozzo, F., Benetti, S., Gemmiti, R. (2024). Business responsibility and government complicity in environmental conflicts: a quali-quantitative analysis of global patterns. A qualiquantitative analysis. Local Environment, 29(6), 766-784.

Colocci, A., Gioia, E., Casareale, C., Marchetti, N., Marincioni, F. (2023). The role of sustainable energy and climate action plans: Synergies with regional sustainable development strategies for a local 2030 agenda. Environmental Development, 47, 100894.

Delatin Rodrigues, D., Di Quarto, F. (2023). Sistemi agro-alimentari in transizione: gli effetti del cambiamento climatico in alcune regioni italiane. Rivista Geografica Italiana, 130(4), 61- 72.

Di Quarto, F. (2024). Il governo urbano dell’acqua. Ecologia politica ed evoluzione socio- ecologica delle reti idriche di Milano. Rivista Geografica Italiana, 131(2), 84-107.

Ellena, M., Breil, M., Soriani, S. (2020). The heat-health nexus in the urban context: A systematic literature review exploring the socio-economic vulnerabilities and built environment characteristics. Urban Climate, 34, 100676.

Gioia, E. (2023). Le prospettive geografiche della riduzione del rischio disastri: comunità, governance, sostenibilità ambientale e risorse economiche, Geographies of the Anthropocenes, Rende (CS): Il Sileno Edizioni.

Gioia, E., Guadagno, E. (2024). Perception of climate change impacts, urbanization, and coastal planning in the Gaeta Gulf (central Tyrrhenian Sea): A multidimensional approach. AIMS Geoscience, 10(1), 80-106.

Guadagno, E. (2022). Environment-related human mobility. In Pellizzoni, L., Leonardi, E., Asara, V. (a cura di), Handbook of Critical Environmental Politics, Cheltenham: Edward Elgar Publishing, 362-373.

Iannucci, G., Martellozzo, F., Randelli, F. (2022). Sustainable development of rural areas: a dynamic model in between tourism exploitation and landscape decline. Journal of Evolutionary Economics, 32, 991-1016.

Iovino G. (2022). Dispositivi narranti dell’Antropocene. L’arte di strada “al servizio” dell’ambiente. In Amato, F. et al. (a cura di), Oltre la Globalizzazione “Catene/Chains”, Società di Studi Geografici, Memorie geografiche NS 21, 917-925.

Iovino G., Guadagno E., Bagnoli D. (2023). Food for thoughts: The district approach to rural areas development—A case study in Campania. Sustainability, 15, 16263,1-26.

Passaro, A., Randelli, F. (2022). Spaces of sustainable transformation at territorial level: an analysis of biodistricts and their role for agroecological transitions. Agroecology and Sustainable Food Systems, 46(8), 1198-1223.

Soriani, S., Camuffo, M. (a cura di) (2015). Politica e gestione dell’ambiente. Attori, processi, esperienze, Bologna: Pàtron.

Zinzani, A. (2023). The contested environmental futures of the Dolomites: a political ecology of mountains. Geographica Helvetica, 78, 295-307.

Zinzani, A., Proto, M. (2023). Politics, conflict and “political” community: the case of Bologna. Political Geography, 106, 1-13.

Link utili

in fase di redazione

Componenti del gruppo

Coordinatrice: Stefania Benetti (Università del Piemonte Orientale)

Precedenti coordinatori: Marco Grasso (Università di Milano-Bicocca), Filippo Randelli (Università di Firenze)

Componenti del gruppo attuale: 

Adriana Conti Puorger (Università La Sapienza di Roma)

Andrea Zinzani (Università di Bologna)

Antonella Dosolina Pietta (Università di Brescia)

Arturo Gallia (Università Roma Tre)

Beatrice Ruggieri (Università di Milano-Bicocca)

Cary Yungmee Hendrickson (FAO)

Cecilia Pasini (Università di Firenze)

Chiara Certomà (Università La Sapienza di Roma)

Chiara Giubilaro (Università di Palermo)

Daniel Delatin Rodrigues (Università di Milano-Bicocca)

Donatella Privitera (Università di Catania)

Eleonora Gioia (Università Politecnica delle Marche)

Eleonora Guadagno (Università di Napoli L’Orientale)

Emiliano Tolusso (Università di Milano)

Fausto Di Quarto (Università di Milano-Bicocca)

Fausto Marincioni (Università Politecnica delle Marche)

Federico Martellozzo (Università di Firenze)

Filippo Randelli (Università di Firenze)

Gianni Petino (Università di Catania)

Giorgia Iovino (Università di Salerno)

Giorgia Scognamiglio (Università La Sapienza di Roma)

Giovanni Sistu (Università di Cagliari)

Giuseppe Forino (University of Salford)

Jacopo Manni (Università di Roma Tor Vergata)

Luca Salvati (Università La Sapienza di Roma)

Luca Simone Rizzo (Università di Verona)

Lucia Ferrone (Università di Firenze)

Marco Grasso (Università di Milano-Bicocca)

Marco Tononi (Università di Bergamo)

Maria Rosaria Prisco (ISTAT)

Matteo Girolamo Puttilli (Università di Firenze)

Monica Camuffo (Università Ca’ Foscari Venezia)

Pasquale Pennacchio (Università di Napoli Federico II)

Pietro Agnoletto (Università di Milano-Bicocca)

Roberta Gemmiti (Università La Sapienza di Roma)

Sara Bonati (Università di Genova)

Silvia Grandi (Università di Bologna)

Simona Giordano (Università di Bari)

Stefania Benetti (Università del Piemonte Orientale)

Stefano Soriani (Università Ca’ Foscari Venezia)

Teresa Graziano (Università di Catania)

Valentina Erminia Albanese (Università dell’Insubria)

Venere Stefania Sanna (Università di Siena)

Componenti del gruppo originario: Marco Grasso (Università di Milano-Bicocca), Chiara Giubilaro (Università di Milano-Bicocca), Giuseppe Forino (University of Newcastle), Filippo Randelli (Università di Firenze), Simona Giordano (IUAV), Chiara Certomà (SSUP),  Andrea Zinzani (University of Manchester), Fausto Di Quarto (Università di Milano-Bicocca), Luca Salvati (Università La Sapienza di Roma), Silvia Grandi (Università di Modena e Reggio Emilia), Federico Martellozzo (Università di Firenze), Monica Camuffo (Università di Venezia), Matteo Puttilli (Università di Firenze), Stefano Soriani (Università di Venezia), Donatella Privitera (Università di Catania), Antonella Dosolina Pietta (Università di Brescia), Sara Bonati (Università di Firenze), Marco Tononi (Università di Brescia), Adriana Conti Puorger (Università La Sapienza di Roma), Cary Yungmee Hendrickson (Università di Roma La Sapienza), Emiliano Tolusso (Università degli Studi di Milano), Fausto Marincioni (Università Politecnica delle Marche), Giovanni Sistu (Università di Cagliari), Luca Simone Rizzo (Università di Padova), Giorgia Iovino (Università di Salerno), Maria Rosaria Prisco, (ISTAT), Eleonora Guadagno (Università degli Studi di Napoli L’Orientale), Gianni Petino, (Università degli Studi di Catania), Teresa Graziano (Università degli Studi di Catania), Venere Stefania Sanna (Università Sapienza – SOGESID), Valentina Albanese (Università di Pisa)