Geografia, cooperazione allo sviluppo e sviluppo locale
Obiettivi del gruppo |
La cooperazione allo sviluppo ha conosciuto una grande evoluzione a partire da quella che viene generalmente riconosciuta come la sua nascita ufficiale, vale a dire i piani di ricostruzione post-bellica e la creazione del sistema delle Nazioni Unite, alternando momenti di notevole espansione in quantità e forme con momenti di crisi. Dal punto di vista geografico essa disegna oggi una complessa e variegata serie di relazioni che legano paesi sviluppati e i cosiddetti PVS, la cui definizione è peraltro sempre più problematica, accanto ad altre importanti relazioni quali quelle commerciali e migratorie.
Il gruppo di lavoro AGEI intende analizzare il rapporto tra geografia e cooperazione allo sviluppo, focalizzandosi in particolare sulle modalità con cui i flussi e le forme della cooperazione si legano, promuovendolo, ma talvolta, paradossalmente, contrastandoli, con variegati processi di sviluppo locale. In particolare, il rapporto tra geografia e cooperazione allo sviluppo può essere indagato attraverso due prospettive di studio, strettamente legate. Da un lato si può pensare di proporre un contributo volto a costruire una geografia della cooperazione allo sviluppo, nelle sue diverse forme (bilaterale, multilaterale, decentrata, non governativa), esplicitandone le logiche spaziali, i flussi, i rapporti con il territorio. Pensiamo alle diverse logiche territoriali con cui si muovono le diverse categorie di attori della cooperazione allo sviluppo (organizzazioni internazionali, stati, ong, enti locali e altri attori della società civile) e all’interno delle diverse categorie i differenti attori. Come avviene la scelta dei territori di intervento, a che scala lavorano e fino a che scala si spingono questi attori, qual è il loro radicamento territoriale al Nord come nei diversi paesi di intervento? Dall’altro lato, si tratta di costruire una geografia per la cooperazione allo sviluppo, proponendo cioè analisi dei contesti territoriali alle diverse scale come conoscenza indispensabile ai programmi e progetti di cooperazione, nelle diverse fasi del loro ciclo di vita (ex ante, durante ed ex post). L’adozione di queste due prospettive di analisi appare molto interessante in prospettiva, sia per affermare un punto di vista geografico nel mondo della cooperazione – all’interno del quale tra l’altro operano a livello internazionale molti geografi, spesso disciplinarmente “in incognito” – sia per cogliere più a fondo le modalità con cui flussi e attori della cooperazione si confrontano con un nuovo soggetto che in questi ultimi anni si è affacciato nell’ambito delle relazioni internazionali –i territori locali – transitando da una modalità “multilaterale-bilaterale-nongovernativa” ad una vera e propria “cooperazione territoriale” (cooperazione di e tra territori). Quest’ultima prospettiva appare indispensabile per indagare più a fondo le modalità con cui la cooperazione allo sviluppo ha assunto lo sviluppo locale come un nuovo approccio allo sviluppo, che si sovrappone, non senza ambiguità e contraddizioni, con altri approcci consolidati ad altre scala, in una tensione, anch’essa carica di contraddizioni, tra politiche neoliberiste, disimpegno dello stato nei PVS e processi di decentramento. |
Principali eventi di interesse del gruppo |
Il gruppo ha partecipato alla XIII Giornata di studi “Oltre la globalizzazione”, dal titolo “Sud/South”, con la sessione “La cooperazione internazionale oltre l’asse Nord-Sud: persistenze, innovazioni, scenari” (Catania, 1° dicembre 2023).
In occasione delle Giornate della Geografia di Trento (settembre 2024), il gruppo ha contribuito al dibattito “La geografia e le sfide di una cooperazione internazionale per la pace” con questo documento.
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Bibliografia di riferimento |
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Link utili |
JUNCO | Journal of UNiversities and international development COoperation |
Membri del gruppo |
Emanuela Casti, Alessandra Ghisalberti, Federica Burini, Daniele Mezzapelle (Bergamo), Pierpaolo Faggi, Marina Bertoncin, Andrea Pase, Massimo De Marchi, Daria Quatrida, Mariasole Pepa, Margherita Cisani, (Padova), Luigi Gaffuri (L’Aquila), Cristina Scarpocchi (Aosta), Cristina Capineri (Siena), Valerio Bini, Stefania Albertazzi (Milano), Emanuela Gamberoni (Verona), Giovanni Sistu (Cagliari), Mirella Loda, Matteo Puttilli, Lucia Ferrone (Firenze), Egidio Dansero, Elisa Bignante, Maria Giuseppina Lucia, Paolo Giaccaria, Nadia Tecco, Emanuele Fantini, Giacomo Pettenati, Paola Minoia, Riccardo Giovanni Bruno, Marta Montanini, Tamara Taher (Torino), Simona Epasto (Macerata), Elisa Magnani, Silvia Grandi, Filippo Pistocchi, Andrea Zinzani (Bologna), Michela Lazzeroni (Pisa), Andrea Salustri (Roma), Mauro Spotorno (Genova), Giuseppe Terranova (Roma – Niccolò Cusano), Isabella Giunta (IAEN), Raffaella Coletti (CNR), più altri diversi giovani ricercatori non strutturati.
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