Genere e Geografia
Obiettivi del gruppo
La geografia di genere introduce importanti cambiamenti teorici e metodologici che hanno dato l’avvio a pratiche, saperi e riflessioni sull’importanza delle politiche spaziali capaci di svelare le espressioni di potere alla base di ogni costruzione sociale e di gestione dello spazio. Fin dagli inizi, la geografia di genere ha confutato la pretesa neutralità e oggettività della visione del mondo insistendo sull’importanza dello svelamento del posizionamento, sia nella società che nell’ambito accademico. L’obiettivo delle ricerche continua ad essere legato al fenomeno delle discriminazioni dei generi: attraverso un approccio intersezionale (genere, razza, classe) la geografia di genere ha infatti mostrato le molteplici e spesso simultanee oppressioni della società. Riconoscendo il genere come costruzione sociale, e affatto come dato biologico, tali geografie sono caratterizzate da un approccio interdisciplinare. Esse si sono sviluppate attorno alla necessità di leggere le forme di differenziazione spaziale (nello spazio pubblico e/o privato) attraverso le relazioni di potere. Tuttavia, sebbene ad oggi diversi e molteplici sono i lavori di questa branca della geografia – molti dei quali hanno anche il merito di aver contribuito ad un riposizionamento complessivo degli approcci, delle teorie e delle metodologie – questa continua a rimanere ai margini della ricerca geografica. Sulla base di queste premesse, e a partire dai bisogni di de-marginalizzare, de-naturalizzare e praticare la geografia di genere, nasce nel 2005 il gruppo Genere e Geografia A.Ge.I., il quale ha trovato una sua prima riflessione nel numero monografico di Geotema (n. 33, 2009) Luoghi e Identità di Genere, curato da Gisella Cortesi. Coordinato in seguito da Marcella Schmidt di Friedberg e poi da Giulia de Spuches, oggi è coordinato da Valeria Pecorelli e vede tra i membri, oltre che geografe e geografi pionieri della geografia di genere in Italia, molte giovani dottorande e ricercatrici, che nel gruppo hanno trovato uno spazio di produzione per la geografia critica e pubblica.
Il gruppo si propone i seguenti obiettivi:
Tornare a parlare in modo critico del corpo vissuto: L’obiettivo è decostruire e scardinare una visione dicotomica e binaria del mondo. Dai cultural studies e dalla riflessione femminista deriva infatti una critica al concetto di autorità “per rifiutare le convenzioni e l’egemonia culturale occidentale dell’epoca moderna e interpretare la differenza alla stregua di un fenomeno complesso e contradditorio, instabile e influenzato da logiche di potere”. La riflessione sulle molteplici interconnessioni della relazione tra corpi e spazio ha trovato ‘casa’ nel numero monografico di Geotema (n. 53, 2017) Sguardi di Genere, a cura di Marcella Schmidt di Friedberg, Marina Marengo e Valeria Pecorelli.
L’approccio al (dis)figurare: Al pari del Fare e disfare il genere che si focalizza sull’esperienza distruttiva e costruttiva del venire disfatti (Butler, 2004), il (dis)figurare si concentra su una critica alle rappresentazioni consolidate dei corpi insistendo sulla fluidità dei generi e, ancora, su come questa definisca e sfidi la stereotipizzazione dei soggetti all’interno degli spazi domestici e della città nella relazione con lo spazio. Inoltre, l’atto di (dis)figurare rende impossibile pensare ad una mappatura sia del soggetto sia dei soggetti perché fa entrare il gioco il tema del desiderio. Una presa di coscienza che ci fa affrontare la nostra parzialità e la discontinuità del nostro cammino e della nostra relazione con l’altro e/o altra (Braidotti, 2002). Infine, poiché è anche vero che il desiderio vuole essere riconosciuto, è necessario lavorare in maniera intersezionale interrogandosi sulle forme di potere e di conoscenza sottraendosi ai quadri nomotetici. La necessità avvertita di tale pratica (dis)figurativa ha trovato un suo momento di riflessione a più voci e di riscontro di grande interesse – sia per il numero di speakersche di pubblico – all’interno della sessione (Dis)figurare il genere: pensare, raccontare, immaginare in una cornice transitoria del Congresso Geografico Italiano 2021.
Praticare una geografia critica e pubblica: Le geografie di genere sono da sempre legate all’agency e ad una prospettiva critica la cui produzione nasce all’interno dei movimenti femministi, transfemministi e queer. Tali geografie hanno infatti co-prodotto e sono intessute con le metodologie della ricerca-azione, delle standpoint theories, del posizionamento, dei saperi situati, della riflessività e delle metodologie creative nella ricerca. Tra gli obiettivi del gruppo rientra dunque l’attenzione, la vigilanza così come la pratica dell’immaginazione e del farsi del mondo in un’ottica simpoietica (Haraway, 2016) in cui ricerca accademica e politica si intessono l’un l’altra.
Principali Eventi di interesse del gruppo
- Seminario internazionale Sguardi di genere, Università di Siena, 2015, organizzato da Marina Marengo.
- Ciclo di seminari per celebrare il 150 anniversario della nascita di Ernesta Bittanti Battisti e per una riflessione sul rapporto tra geografie e genere, Università di Trento, 2021, Donne e geografia: tra storia e modernità – l’incontro è visionabile al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=_lt-21ZH6VQ
- Congresso Geografico Italiano 2021, Padova (Dis)figurare il genere: pensare, raccontare, immaginare in una cornice transitoria, sessione coordinata da Giulia de Spuches, Gabriella Palermo, Alice Salimbeni.
- Seminario nazionale, Cicatrici. Geografie e femminismi. Dialoghi di guarigione, desiderio e critica, 24-25 febbraio 2022, Università degli studi di Palermo. Comitato scientifico con A. Bonazzi, G. de Spuches, F. Governa, M. Memoli, G.Palermo, V. Pecorelli, A. Salimbeni.
Bibliografia di riferimento
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Bonfiglioli S. (2023) Corpi che parlano: arte femminista e dibattiti geografici odierni. In: Geografie in movimento / Moving Geographies, Padova.
Bonfiglioli S. – Minca C. (2022) Geografie della differenza. In: Appunti di Geografia (a cura di C. Minca), Milano, Wolters Kluwer Italia, pp. 373 – 442.
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Borghi R. (2012) Hai detto geografia? Dell’intricato rapporto tra studi lgbtiq e spazio, in “Contemporanea”, Vol. 15, No. 4, pp. 703-70.
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Butler J. (2004) Undoing gender, Routledge, London.
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Membri del gruppo
Valeria Pecorelli (Università IULM Milano); Francesca Acetino (Università degli Studi di Padova); Alessandra Bonazzi (Alma Mater Studiorum Università di Bologna); Stefania Bonfiglioli (Alma Mater Studiorum Università di Bologna); Emanuela Caravello (Università degli Studi di Palermo); Valentina De Santi (Università degli Studi di Trento); Elena dell’Agnese (Università degli Studi di Milano Bicocca); Giulia de Spuches (Università degli Studi di Palermo); Massimiliano Fantò (Università degli Studi di Milano Bicocca); Cesare di Feliciantonio (Manchester Metropolitan University); Federico Ferretti (Alma Mater Studiorum Università di Bologna); Daniela Festa (Università degli Studi di Roma, La Sapienza); Daniel Andrew Finch-Race (Università di Bologna); Carlo Alberto Gemignani (Università degli Studi di Parma); Francesca Governa (Politecnico di Torino); Stefano Malatesta (Università degli Studi di Milano Bicocca); Marina Marengo (Università degli Studi di Siena); Maurizio Memoli (Università degli Studi di Cagliari); Gabriella Palermo (Università degli Studi di Palermo); Maria Pappalardo (Università degli Studi di Verona); Chiara Rabbiosi (Università degli Studi di Padova); Luisa Rossi (Università degli Studi di Parma); Francesca Sabatini (Università degli Studi di Palermo); Alice Salimbeni (Università degli Studi di Cagliari); Marcella Schmidt di Friedberg (Università degli Studi di Milano Bicocca); Andrea Simone (Università per Stranieri di Siena); Enrico Squarcina (Università degli Studi di Milano Bicocca); Nicoletta Varani (Università degli Studi di Genova), Valentina Erminia Albanese (Università degli Studi dell’Insubria), Maria Domenica Intini (Unicusano), Elena Brusadelli (Gran Sasso Science Institute).